Su di lui aveva riposto ogni bisogno di elevazione culturale e di riscatto sociale avviluppandolo in un laccio morboso di cure e attenzioni; quest’ultime poi intrise di venature religiose per l’impegno di attivista in un movimento cattolico evangelico.

I ricchi, molte volte, educati al sempre dovuto, crescono senza l’umiltà delle poche cose, poi, non capendo come, sentono una mancanza profonda di vita, allora scimmiottando le tragedie si lusingano nella recita di una parvenza di verità riuscendo solo a illuminare l’ombra di una luce sguaiata.

Come tutti i predestinati, si è rivelato tale fin da bambino, ma con discrezione. I successi scolastici, il talento calcistico, la precoce attenzione per l’altro sesso hanno creato le basi per la favola e la favola non poteva che avere un lieto fine.

Scostando il lenzuolo apparvero delle tele dipinte, quadri senza cornici, tutti delle stesse dimensioni. Erano stati accatastati uno sopra l’altro e a prima vista sembravano essere otto tele.

Finalmente, saltai giù da quella trappola, sano e salvo. Ero frastornato, con le gambe molli, non realizzavo l’accaduto. Mi sedetti, all’ombra, fuori dalla rimessa, per smaltire l’adrenalina.

di Federica Gambacorta Giulia sta percorrendo in bicicletta il cavalcavia sopra la superstrada che sale verso i monti e poi va giù, a sud. Passano poche macchine, è ancora presto per la fila del rientro. Davanti a lei, il verde. Le colline sullo sfondo, le nuvole illuminate dal sole di un tardo pomeriggio di settembre, […]