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‘Sante prime donne libere’ di Francesca Allegri: la santità femminile esempio di autodeterminazione

Impensabile che dalla lettura di un testo sulla biografia di Sante possano scaturire alcune occasioni di riflessione sul vissuto di donne come l’esempio di libertà, una fortissima espressione di rompere schemi tradizionali, usi e costumi consolidati, fino a rivendicare un più attivo controllo sulla propria vita. Forse improbabile ma sicuramente possibile.
Un’attenta osservazione ci porta a considerare che non sempre la Chiesa ha amato le sue Sante. Viste come donne ambiziose, era improbabile credere ad una donna che a tutti i costi pretendeva un destino proprio; il loro tentativo di santità, appreso subito con esitazione e diffidenza, risultava insolente e pretenzioso. Sante prime donne libere – scelte di vita oltre il loro tempo (Carmignani Editrice), di Francesca Allegri ha catturato subito la mia attenzione per il modo esclusivo di intendere le agiografie riferite a sante ‘donne’ e a donne ritenute ‘sante’.

‘Sante prime donne libere’: dall’agiografia alla biografia individuale

Sulla santità al femminile vi è un nutrito numero di pubblicazioni storiche che negli ultimi vent’anni ha ribaltato le comuni stime sull’evoluzione della disparità di genere dal periodo medievale ad oggi. L’autrice, offre una lettura non solo per gli specialisti del settore ma invita a riflessioni profonde tutti i lettori, arricchendo le descrizioni storiche di affascinanti sfumature narrative. Lei indaga la vita di donne vissute nell’ombra e che da quest’ombra hanno saputo far emergere una spiccatissima personalità; si passa dunque dall’agiografia, che segue schemi fissi e ripetuti, alla sfera della biografia individuale, spesso espressione di rottura di ambiti tradizionali.

Indipendenza e autodeterminazione

Non si parla di femminismo perché le vite qui considerate e le epoche passate dimostrano che non vi era ancora una coscienza di genere ma è interessante notare come le loro biografie, seppur lontane nel tempo (si percorre, qui, principalmente il periodo medievale e l’Età Moderna), illustrino modalità comuni sia nella scelta della devozione come affermazione della propria indipendenza sia nella irremovibilità di affermare la propria autodeterminazione anche nella predilezione durissima dell’isolamento. Donne che iniziano professioni atipiche rispetto al ruolo femminile nella società del tempo, donne che intraprendono una carriera rischiosa quella di aspiranti verso la santità, donne che si investono del diritto di parlare con i grandi della terra con voce irriverente, donne che concepivano fenomeni imbarazzanti, provocando reazioni di sospetto e ripudio.

L’autrice: Francesca Allegri

Scrittrice e saggista, Francesca Allegri è stata docente di Lingua e Letteratura Latina ed ex-direttrice della Biblioteca di Casa del Boccaccio. Ha ideato e coordinato il progetto Le Case della Memoria per la Regione Toscana. Ha collaborato con la rivista “De strata francigena” e il Centro Studi Romei. Tra le sue numerose pubblicazioni: Boccaccio e francigena (Certaldo, 2008), Storie misteri e leggende lungo la via francigena (Firenze, 2009), Donne e pellegrine, dall’antichità al medioevo, (Milano, 2012), Fuori dall’ombra, le donne nei retroscena della Grande Storia (Carmignani Editrice 2017). Ha curato e tradotto la prima versione italiana di Asia Minore e Siria di Cristina Trivulzio di Belgioioso (Carmignani Editrice, 2014). È scomparsa l’estate scorsa all’età di 72 anni.

Scelte di libertà oltre il loro tempo

L’autrice offre una lettura diversa da quella della società moderna; la clausura ad esempio, al di là delle conosciute costrizioni delle epoche e superando la prassi comune, genera un paradosso: ‘ […] la vita claustrale, anche quella più rigorosa e dura, è riuscita a garantire all’universo femminile una libertà intellettuale impensabile per la società dell’epoca […] p. 8.
La disparità di genere è più evidente negli strati alti della società: regine, nobildonne, ricche mercantesse per le quali il matrimonio era un affare per la famiglia, senza possibilità di scelta. ‘Tanto per fare un esempio, nel 1467 Lucrezia Tornabuoni, d’accordo con il marito Piero de’ Medici detto ‘il gottoso’, compie un viaggio a Roma col preciso intento di trovare una moglie adatta per il figlio Lorenzo e ne dà esatto resoconto al marito in una lettera famosa in cui descrive le caratteristiche fisiche, e per quanto può intuire, anche psicologiche, di Clarice Orsini che, infatti, poco dopo diventerà sua nuora. Con lo stesso Lorenzo Clarice avrà sempre un rapporto, secondo alcuni, piuttosto distaccato, anzi talvolta quasi ostile’ […], p.12.

Il riscatto personale

Contro quello che era il divieto di movimento della donna, una pratica assai discussa per il genere femminile, sconsigliata dagli uomini della chiesa e dai predicatori come San Bernardino da Siena, alcune donne, a cui non erano neanche riconosciute particolari doti intellettuali per comprendere un tale privilegio, considerano invece i pellegrinaggi religiosi la modalità di riscatto personale.
L’autrice riporta anche alcuni esempi di vita di alcune donne che dal matrimonio obbligato, una volta vedove, hanno ritrovato una nuova verginità, rifiutando un secondo matrimonio; è il caso di Umiliana de’ Cerchi (1219/1246) e Santa Matrona (V secolo). Queste donne, come molte altre, rifiutano i segni della propria femminilità come comportamento fuori dalle regole. Nel contesto si citano anche i matrimoni casti, cioè quelli celebrati ma non consumati; ne è un esempio Santa Caterina di Svezia (1331/1381), pp. 35-36.

Sante prime donne libere: esempi di vite straordinarie

Atteggiamenti di riluttanza, ancor di più, si consolidarono nei confronti di una categoria di aspiranti sante, le prostitute redente. La prostituzione era ben tollerata, chiaramente definita, ma che una prostituta aspirasse a ritrovare la propria castità e anelasse ad un percorso di santità, era decisamente una richiesta sospetta ed equivoca. Sarebbe stato possibile solo a costo di durissime penitenze ed espiazioni per cui si richiedeva loro una evidente trasformazione fisica e mentale. L’ esempio viene da molto lontano: Maddalena, Maria Egiziaca (V secolo), Caterina Vannini (1562/1606), Margherita da Cortona (1247/1297), donne con un passato discutibile che trovano nella conversione la modalità di liberazione e l’affermazione della propria autonomia.
In Sante prime donne libere Francesca Allegri cita anche le associazioni di donne libere del Nord Europa, le beghine, dedite alla vita religiosa senza l’obbligo di abbandonare il mondo e senza essere costrette a prendere i voti. Era il periodo in cui, per queste scelte di vita straordinarie, spontanee e originali, molte di queste donne venivano accusate di stregoneria e arse vive più che per reati visibilmente contro la cultura religiosa di allora, la maggior parte dei quali mai dimostrati.

La reclusione e il rifiuto del cibo

Singolari appaiono le vite delle ‘cellane’, le cosiddette ‘recluse’ o ‘murate’, che con la loro scelta di vita diventano sante ancor prima di essere canonizzate : ‘… donne che, pur decidendo di non entrare in uno degli ordini monastici tradizionali, dopo aver fatto voto di castità, povertà e obbedienza, scelgono di chiudersi, quasi sempre da sole, in una cella separata ma vicina al mondo…’ pp. 73-74 , generalmente in luoghi come incroci di strade, vie trafficate, ponti; è il caso qui descritto di Verdiana di Castelfiorentino (1182/1242) e di Beata Giulia della Rena (1319/1367).
Altri capitoli trattano il tema del rifiuto del cibo come simbolo della ribellione verso vincoli familiari: Caterina Benincasa (1347/1380), Veronica Giuliani (1660/1727), Angela da Foligno (1248/1309), ed altri nomi illustri. Tra le sante che hanno generato maggiore scalpore l’autrice cita le sante mistiche che intrapresero una strada più rischiosa, le cosiddette profetesse; Ildegarda di Bingen (1098/1179), la sibilla renana, Teresa d’Avila (1515/1581), pericolosa e disobbediente, Caterina da Siena (1347-1380), la stigmatizzata, (pp. 107-124). Il testo racconta belle storie di libertà fino ad arrivare ai nostri giorni citando molti altri esempi di donne, offrendo una lettura ‘distinta’ e alternativa: Elizabeth Seton (1774/1821) prima santa nativa americana e Adrienne von Speyr (1902/1967), medico, di origine svizzera.

I privilegi, strani grimaldelli

Il concetto di santità racchiude la dimensione sovrannaturale e la sua comprensione non è sempre semplice. Ancor di più lo è quando si intendono definire alcuni caratteri della santità al femminile. Per chiarirla, nel corso della storia del cristianesimo sono stati applicati diversi modi di conoscenza con riferimenti alle molteplici qualità delle donne, compresi meriti e valori, ma anche difetti, pervertimenti e umane incapacità.
La questione del genere di santità al femminile si pone quando la comunità cristiana comincia ad organizzarsi e la Chiesa diviene una istituzione, stabilendo ruoli e gerarchie. È questo il momento in cui, sotto l’influsso negativo di alcuni teologi, le donne sono sistematicamente escluse dai ruoli direttivi e dai compiti di guida nella Chiesa. Indispensabile resta, pertanto, una lettura storica e sociale delle trasformazioni collettive, locali, pubbliche e private che hanno pesato sulla considerazione del genere femminile; dunque, nell’ambito della ricerca storica, resta innovativa l’attenzione posta dalla storiografia femminista, attenta a ricercare una propria consapevolezza nel passato storico di donne al ‘centro’ ideologico degli avvenimenti, considerando il fatto imprescindibile che un ‘gruppo sociale’ è reso tale dalla ‘consapevolezza’ delle proprie diversità e caratterizzazioni.
In Sante prime donne libere Francesca Allegri considera queste biografie come illuminanti: … ‘in una parola, scelsero quando il diritto di scelta non era garantito praticamente a nessuno’ […] ‘Ma i privilegi sono oggetti strani, strani grimaldelli che riescono a creare dei pertugi attraverso i quali non si sa cosa poi possa insinuarsi’ (p. 166).


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Scheda libro

Autrice: Francesca Allegri

Titolo: ‘Sante prime donne libere – Scelte di vita oltre il loro tempo’

Editore: Carmignani Editrice – Scrivere donna -Staffoli – (PI)

Prima edizione: 2021

Pagine 176

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