Versilia Rock City Fabio Genovesi cover sito

Versilia rock city: la vita è là dove accade

Versilia rock city è leggere la vita negli snodi nevralgici, negli inciampi che del domino sono l’innesco. Vite sfuggite, vite evitate, vite adattate a se stesse e scampate ai sogni. Che però sono proprio là, dietro la curva sulla strada per il mare. E allora basta partire. E basta uno che ti chieda in una notte di disastro: “tu esci”?

In un tempo indefinito di fine estate, la Versilia è terra di abbandoni. Niente più gente, né frenesia, né sole, né sogni. Sembra che chi rimane metta in pausa la vita, sceso dal palcoscenico delle giornate lunghe.
E se non la mette in pausa ci inciampa nella vita, e scatena cose che poi quando ti chiedono cos’è successo e soprattutto dov’è che tutto è cominciato, tu non sai esattamente da dove partire e siccome devi una risposta, racconti soltanto l’ultimo minuto. Che non spiega niente.

Versilia rock city e la giostra delle possibilità

Un po’ come quando arrivi in area e tiri, va bene il gol e il punto esatto del piede che ha impattato la palla, ma prima c’è stata un’architettura, che se non la racconti non si saprà mai e finirà per non esserci più per niente, di lì a pochissimo. Gente che si è incontrata a metà campo e c’ha messo dell’intuito, uno scatto, la fatica vera, anche un po’ di rischio e molta generosità, una buona dose di speranza, dell’amicizia, un tantino di fiducia nel futuro. Roba che varrebbe la pena sapere, come insegnamento. Invece, del gol –e ancora di più dei gol mancati- si racconta l’ultimo secondo, che poi è più o meno sempre uguale, dentro o fuori la rete, non è che ci siano tante alternative. Prima, invece, prima sì che era una giostra di possibilità.

Spettacolo a centrocampo

Fabio Genovesi in Versilia rock city racconta le cose come sono, ma anche come ci sono diventate. A partire dalla Versilia quella estiva dove i bambini del posto sacrificano il pomeriggio per far dormire i turisti e i loro figli, ché pagano e ne hanno diritto.
E lì si comincia a tessere la tela, della rabbia, dell’insoddisfazione, delle differenze, delle opportunità che non ci spettano a tutti uguali. E poi chi scappa, chi si rinchiude, chi si butta via, chi si nega, la palla è già uscita, aivoglia a spiegare l’architettura che c’è stata prima. Diciamo che non interessa a nessuno saperlo. E invece, sembra dirci, bisognerebbe ripassarci sopra e capire esattamente qual è stato lo scarto che ha modificato l’esito della partita, o almeno assistere allo spettacolo del centrocampo, dove si decide il risultato prima che faccia notizia.

Versilia rock city, insieme sulla strada verso il mare

Versilia rock city è un libro amaro, dell’amarezza del mare in inverno. Ed è ironico, spiazzante, divertente come le battute migliori.
Uno di quei libri che finisci di notte, perché mica ti va di aspettare.
Ed è sospeso, come è giusto che sia, dall’inizio alla fine. Nemmeno come una fotografia che blocca l’istante, ma piuttosto l’istante che diviene e diviene e diviene. Non credi che possa avere una fine e non l’avrà certo.

Si sente in Versilia rock city, primo romanzo di Genovesi, uscito nel 2008 per Transeuropa e poi riproposto in una nuova versione per Mondadori nel 2012, l’innata freschezza, la voglia di raccontare e il tratto distintivo di un mondo di personaggi straordinari, un po’ incredibili e molto veri, che caratterizza l’autore. E la sua penna è riconoscibilissima nel ritmo contagioso, nella vivida schiettezza, nella sensibilità, nell’ironia disarmante e spassosa.

C’è una strada verso il molo e una macchina con dentro dei tipi improbabili che la sta percorrendo. Se vi capita di incontrarli, lasciateli raccontare.


Versilia Rock City Fabio GenovesiScheda del libro

Titolo: Versilia Rock City
Autore: Fabio Genovesi
Editore: Mondadori, prima edizione febbraio 2012
Prima edizione: Transeuropa, 2008
Pagine: 211

Pubblicato in Narrativa e taggato .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *