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Sangue di Giuda, la voce degli ultimi

Sangue di Giuda, pubblicato da minimum fax nell’aprile del 2021, è il romanzo dell’esordio letterario di Graziano Gala, giovane pugliese, classe 90, che vive in provincia di Milano dove svolge la sua attività di docente.

Giuda. Il nome

“L’altra sera s’hannarrubbato ‘o televisore”. Così comincia la storia di Giuda, un reietto che abita a Merulana, un paese di fantasia di una indefinita provincia del sud Italia, “un paese di cartastagnola scambiata per metallo” (p.30).
Conosciuto da tutti, lo chiamano Giudariello, o Giudariè, ma è pur sempre Giuda. Avverte il peso di questo nome, stigma dell’infamità e del traditore, di colui che per trenta denari ha venduto il figlio di Dio.

Ma il Giuda di Graziano Gala non è un traditore, “cusì me chiamane ‘ntra ‘stupaise“(p.10), perché il suo nome di battesimo non si conosce.
“So’ Giuda. Non tengo neppure ‘o conforto dell’anagrafe. Non posso mostrare nu documento, che i documenti li ho persi e tanto da me non li vogliono“(pp.19-20).
A marcarlo con questo nome fu suo padre, durante uno dei suoi momenti di particolare violenza. È un nome che si porta addosso, “‘mpresso co ‘o sanghe”. Un nome che l’ha marcato “‘nfronte‘st’infamia”; un nome avviluppato alla sua esistenza e di cui non potrà mai disfarsi.
Un nome che vuole per sempre ricordargli la violenza subita e l’infanzia violata.

Il dialetto del sud, linguaggio dell’anima

Il romanzo “Il sangue di Giuda” parte con la deposizione in commissariato che diventa ben presto un modo per Giudariellu di parlare della sua vita e di tutti i problemi che lo attanagliano.
E per renderci partecipi dello svolgersi della sua esistenza, utilizza l’ironia amara che ammanta la sua disperazione e il linguaggio delle emozioni contrastanti, passando dal dolore al rancore, dal pudore all’amore.
La sua lingua è un dialetto ibridato che oscilla fra pugliese e campano, “è a lingua came port’appresso”, costruita con poche parole e che rappresenta il suo mondo; è il suono che permette a Giuda di farsi ascoltare e sicuramente anche di esistere.
Giuda ci parla e ci racconta le sue disgrazie e paure, con un “dire” che diviene rappresentazione dei dialetti di un Sud difficilmente individuabile sulla cartina geografica perché luogo dell’anima, espressione del cuore.

Sangue di Giuda, la vita ai margini

Sessantenne sdentato e malconcio, “con nu finale già scrittu”, Giuda vive in compagnia di Ammonio, un gatto chiamato così perché “piscia a tutte ‘e vanne e l’odore d’ammoniaca accàdintra è parte integrante d’o corredo” (p.16), di Digiuni, un cane malnutrito, e con il fantasma del padre Santino, chiuso nell’armadio, la cui voce risuona nella casa e cessa soltanto quando il Mivàr è acceso, un padre che lo bastona e lo terrorizza, segnando tristemente la sua fanciullezza.

“‘O televisor, a mme, serve pe’ sopravvivere, caquann papà sete ‘e voci pensa che ce stanno o cristiani a mmenz’accasa, e quann ce sanno i cristiani a ‘mmenz’accasa mio papà non se la prende mai co nisiunu, men che mai col sottoscritto” ( p.15).

Giuda ha anche una moglie,‘Ngiulina, che non sappiamo dove sia scomparsa ma alla quale scrive “ca a cento lettere non agg’mai avuto menza risposta” (p.31) e una figlia che lo maltratta come tutti gli altri, lo schiva non facendogli vedere neanche il nipotino, gli ruba i soldi della pensione che va a ritirare personalmente “pe’ concessione d’o sottoscritto” (p.18) e nella stessa misura “nasconde casimm padre e figlia” (p.19).
Con amarezza Giuda confessa “che l’avevo chiamata Rosina, ch’era nacriatura tutta osse e bellezze, e mi faceva pensare alle rose, chille piccirille, ca spuntavano a cespugli sulle stradine di compagna, quando ‘ntra ‘stupaise c’erano ‘e rose, le stradine e pure ‘a campagna” ( p.18)».
Nel quadro di chi lo umilia e bistratta rientra anche il genero che, quando può, lo minaccia col fucile.

Sangue di Giuda, alla ricerca del Mivàr

Un giorno, all’improvviso, la vita di Giuda è scombinata e questo accade quando si rende conto che qualcuno gli ha rubato il Mivàr, un vecchio televisore insostituibile perché racchiude un mondo: il suo mondo. Infatti, non potrà vedere più i suoi programmi preferiti, fra i quali spicca Pippo Baudo che “quann parla lo puoi solo ammirare […] Ècomm’a nu prete, non lo si può interrompere mentre face a predica” (p.24).
La ricerca del Mivàr significa trascorrere le notti girovagando per le strade che sono “una minestra ’e sudore e lacrime” (p.29).

“Una svolta a sinistra, a destre due, la strada che si stringe a imbuto. Qui lo chiamano il Golgota, ca se ‘o Principale l’hanno crocifisso a Gerusalemme accà tanti poveri cristi hanno fatta na fine simile se non peggiore. Pigghiu fiato, cerco na via d’uscita fra tanti porci e pochi cristiani. Svolto verso chilla zona grigia” (pp.29-30).

Va a trovare Turi Bunna (il suo fratello di vergogna e di botte) che per vivere è costretto a travestirsi per diventare Priscilla o Carmela e a prostituirsi. “È ricchione: nun ha mai arrubbato, o acciso, o sputato ‘nfaccia a nisciunu. Ci piace solo ‘o pomello” (p.30).
Ma quando dichiara apertamente la sua omosessualità, qualcuno “n’ha battute ‘e mani: a fa ‘nfaccia, su ‘e spalle, sui genitali. L’hanno llassatuesangue” (p.30).
Giuda trascorre una notte nel parcheggio del centro commerciale Mammoni, si mette alla ricerca di un televisore che sia anche “na fotocopia d’o Mivàr, nu cugino, nu parente scemo” (p.22).

Gli viene in aiuto Monia, la sciopassistant, che lo guida nella scelta del modello; ma le sue parole “Le lascio il tempo di pensarci. Scelga quale vuole” (p.24) vengono interpretate da Giuda come un’autorizzazione a portarsi via il televisore che vuole.
Infatti, “pigghiu’u televisore in spalla, saluto Monia, le dico Grazieassai” (p.25); mentre si avvia all’uscita, suona “nu strano meccanismo e il negozio diventa tutto na sirena, n’agitazione, nu scompiglio“. Accade di tutto.

“L’erede d’o Mivàr non pesa ma è lungo comm’ana messa cantata. Dietr’amme si crea na processione ’e cristiani ca ricorda quella di Sant’Epphisio, ’o patrono, canun è forte comm’a Sant’Antonio ma si difende bene[…]. ’O cassiere è in coda insieme agli altri inservienti: agitano i pugni, urlano, fanno gesti: che entusiasmo pe’ nu cazz’e televisore”(p.25).

Portato dal commissario, racconta l’accaduto e viene messo in cella fino a quando Monia nella sua deposizione scagiona Giuda spiegando l’equivoco. E’ finalmente libero.

Il paese è in fibrillazione, si sta organizzando la campagna elettorale di Goffredo Mammoni, proprietario del squadra di calcio del paese, Vesuviana, e candidato sindaco.
Compaiono ancora i personaggi violenti e malvagi capaci di schiacciare e mortificare Giuda e i suoi pari. Il Pippo Baudo nazionale, “ca è l’unicu ca ha fatte cose buone ’ntra ’sta nazione” (p.10), resta sempre al suo fianco; è un conforto, è un amico sincero, è un suono nella solitudine, è una voce.
Come si conclude la storia di Giuda? Con un finale che non ti aspetti e che ti fa amare ancora di più il personaggio.

Graziano Gala, la voce dei “Giuda”

Il libro Sangue di Giuda si apre con la dedica in memoria di Lelio Baschetti e Antonio Stanò, per il poco che può un romanzo. Lelio Baschetti, docente rinvenuto nella sua casa di Venezia, è stato trovato steso su una brandina dopo circa sette anni dalla morte con il corpo mummificato e Antonio Cosimo Stano, invece, sessantaseienne di Manduria cittadina in provincia di Taranto, è stato perseguitato e ucciso da una banda di ragazzini detti «orfanelli».
Gala racchiude in Giuda gli abbandonati dalla nostra società, gli ultimi di questo mondo, coloro che vivono ai margini e su cui si accumula l’odio e si concentra il rancore.
Sono esclusi offesi, vittime umiliate, reietti soffocati da una pesante sofferenza esistenziale, stanziati negli spazi della deprivazione e dell’abbandono che diventano i capri espiatori di un mondo feroce.
Sangue di Giuda vuole dare voce a quei protagonisti che vivono ai bordi e che avvertono il dolore, la solitudine e l’abbandono.
Scarto della società, l’antieroe Giuda e i suoi amici “ultimi” sono innanzitutto esseri umani, sono uomini che vivono con dignità la loro vita.
A loro va tutto il nostro rispetto.


sangue-di-giuda-copertina-okScheda Libro “Sangue di Giuda”

Titolo: Sangue di Giuda

Autore: Graziano Gala

Editore: Minimumfax

Prima edizione: marzo 2021

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