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L’ora dei dannati. L’abisso. Nel romanzo di Luca Tarenzi il viaggio della Commedia con gli occhi dei dannati

Tra le ultime fatiche di Luca Tarenzi e primo volume di una trilogia che si rivela voce fuori dal coro, L’ora dei dannati. L’abisso (Giunti) è la dimostrazione di quanto inesauribile sia l’ispirazione che scaturisce dalla Commedia di Dante.

Tutti abbiamo reminiscenza del viaggio intrapreso da uno spaventato Dante, ritrovatosi nel bel mezzo di una selva oscura. Tutti abbiamo sperimentato le emozioni che il poeta ha provato durante il suo cammino: felicità, paura, vergogna, rabbia, speranza. Siamo perfettamente abituati al punto di vista dell’autore e protagonista della Commedia, ma cosa accadrebbe se il lettore potesse vedere gli stessi luoghi visitati da Dante, provare le stesse emozioni delle anime punite all’Inferno, direttamente con gli occhi di quegli stessi esclusi dal Paradiso, condannati a un’eternità di sofferenze?

Qual è stata la sorte di Virgilio?

Chiunque si è posto la domanda. Nel momento in cui il Paradiso Terrestre viene raggiunto, Dante incontra finalmente la sua amata, Beatrice, solo per rendersi conto in un secondo momento che l’anima che ha condiviso con lui fatica, sofferenza e paura – padre metaforico per l’autore della Commedia avendo appreso da lui l’arte del poetare – non c’è più. Virgilio è scomparso.
Chiunque, prima o dopo i banchi di scuola, si è interrogato allo stesso identico modo: dov’è finito Virgilio e qual è stata la sua sorte?

Quella di Tarenzi è una trama che si pone direttamente in continuità con questa domanda, perché è proprio dalla risposta che nasce la storia dell’opera. Il poeta latino, colui che ha plasmato l’Eneide, dopo aver accompagnato Dante sino alla cima della montagna del Purgatorio e dopo aver intravisto la luce divina, si è ritrovato escluso dalla propria ‘dimora’. Virgilio non riesce più a rientrare nel Limbo, il luogo senza sofferenza dove i giusti vissuti prima dell’arrivo di Cristo sono condannati all’eterna attesa. Un’altra è l’anomalia di cui si accorge: non riesce più a rientrare nella propria ‘dimora‘, ma può muoversi nell’Inferno intero.
E proprio ripercorrendo gli stessi passi che Dante ha ricordato e trascritto nella Commedia, parlando con le stesse anime con cui il poeta si è incontrato durante la sua breve permanenza nel «doloroso regno», prenderà il via una storia semplice quanto articolata: evadere dall’Inferno.
Il lettore attento, memore dell’opera di Dante, potrà perdersi nei paesaggi, personaggi e soprattutto minuziosi dettagli che Luca Tarenzi riprende in modo puntuale e preciso dalla Commedia, potendo ancora una volta rivivere le atmosfere che la mente del grande poeta italiano plasmò.

L’ora dei Dannati. L’Abisso. L’inventiva che si fa guidare dall’accuratezza storica

È forse questo uno dei tratti caratteristici del romanzo di Tarenzi: il fatto che nonostante l’autore dia forma a una trama fittizia, si basi sempre su dettagli e vicende storicamente accurati. Ognuna delle cinque anime dannate che formerà il gruppo di evasori – Virgilio, Pier delle Vigne, Bertran de Born, il Conte Ugolino, Filippo Argenti – non sono solo personaggi che il lettore ha già incontrato nell’opera di Dante, ma sono anche persone storicamente esistite.
E in quanto tali hanno un loro passato, sono ricordate per gesta gloriose o cupi avvenimenti nelle biografie e ricordi cittadini dei loro tempi. L’autore de L’ora dei Dannati. L’Abisso compie un lavoro certosino, arrivando a delineare i caratteri dei suoi personaggi attraverso le fonti che sono giunte sino ai nostri giorni.

Ed è proprio in questa peculiarità de L’ora dei dannati. L’abisso che risiede la magia della scrittura di Tarenzi.: personaggi che risiedono nell’Inferno dantesco, sono puniti dagli angeli caduti – gli Spezzati – e risultano essere perfettamente credibili tanto nel ruolo che hanno all’interno del gruppo, quanto nelle loro personali reazioni alle peripezie che dovranno affrontare.
Potrebbe essere complicato per un lettore ricordare la Commedia e soprattutto le storie dei singoli personaggi, ma Luca Tarenzi interviene aiutando la memoria del lettore con lunghi flashback che raccontano le vicende caratterizzanti di quei personaggi; ricordi che affiorano nella memoria dei singoli dannati, scatenati sempre per un motivo – talvolta un importante evento, talvolta un minimo dettaglio non notato dal resto degli ‘attori’ in scena – e che vanno a delineare e creare un retroterra culturale per il singolo personaggio.

Pier delle Vigne: il suicida amante della vita

Un albero. Così Dante lo ricorda nel suo viaggio ultraterreno. Un’anima punita nella famosa selva dei suicidi, dove sono condannate le persone che in vita furono violente contro se stesse.
Secondo Tarenzi, un’anima che ha avuto moltissimo tempo per riflettere, non potendo muoversi neanche di un passo, ma al contrario cercando di non far tremare nemmeno un singolo ramo. Movimento che avrebbe attratto gli artigli delle temibili arpie. E proprio questa sua punizione, insieme alle cronache del suo tempo che lo ritraggono come uomo astuto e pieno d’ingegno, lo rendono il perfetto ideatore: colui che ‘guiderà’ i cinque dannati attraverso la fuga dall’Abisso, avendo pianificato tutto nel minimo dettaglio e avendo anche tenuto in considerazione tutte le possibilità che un’azione avrebbe potuto comportare.

Luca Tarenzi dedica gran parte del XVI capitolo alla triste fine di Pier delle Vigne, un ricordo che è lo stesso dannato a rievocare. Ciò che storicamente conosciamo coincide perfettamente con la descrizione che l’autore de L’ora dei Dannati ne fa all’interno del suo romanzo. Un flashback che per essere scritto si è posto delle semplici quanto mai banali domande: cosa potrebbe mancare di più a un’anima condannata alla fissità eterna? E soprattutto come ha vissuto i propri ultimi momenti?

«[…] Gli misero un sacco in testa e lo sospinsero per strade che non poteva vedere, in mezzo a una folla vociante. Quando tolsero il sacco si ritrovò in una pizza assolata gremita di persone. Si guardò attorno, ma non c’erano giudici ad aspettarlo. Né tribunali. Né il suo signore. Solo un uomo dalle spalle larghe e dal volto di pietra, con un braciere di carboni accesi e un ferro dalla punta arroventata.
Gli istanti successivi erano gli unici a mancare nella sua memoria. Ricordava il gelo bianco del terrore che lo aveva paralizzato da capo a piedi. Il rosso del ferro che si avvicinava ai suoi occhi. Il nero senza fine che era venuto dopo. Ma il dolore no. La sua mente aveva rifiutato di trattenerlo.
E alla fine, ore o giorni dopo, disteso bocconi nel freddo della sua cella, con lo strazio degli occhi carbonizzati che gli impediva persino di piangere, qualcosa si era rotto dentro di lui. Il suo signore, il suo amico non sarebbe venuto a salvarlo. Non ci sarebbero stati discorsi pacati e razionali. Il suo amico aveva dato ordine di bruciargli gli occhi, senza nemmeno venire ad assistere. E, di qualunque cosa lo aspettasse ora, quello era stato solo l’inizio.
Al che Pier delle Vigne si era alzato in piedi, aveva cercato a tentoni una parete e l’aveva colpita con la testa. Ancora. E ancora. E ancora. Fino al dolore, e poi al dolore insopportabile, e poi all’oblio.
Dal quale si era risvegliato tra i dannati dell’Inferno. Colpevole di suicidio, condannato al Girone dei violenti contro se stessi.
Per sempre.
Riaprì le palpebre e fissò i dannati-albero di fronte a lui.
Radicati. Immobili come oggetti. Privi di importanza».

Storie di esseri umani

Solide basi letterarie e storiche si vanno a intrecciare con le creature scaturite dalla mente di Tarenzi. L’ora dei dannati. L’abisso è un’opera che si pone in linea con la Commedia di Dante dimostrandosene figlia e, in un certo senso, continuatrice. Ciò che distingueva l’opera dantesca era la dimensione storica sempre presente all’interno di un viaggio ultraterreno; una caratteristica che ancor oggi la rende degna di essere studiata e ammirata.

Una credibilità che è possibile ritrovare anche nel mondo de L’ora dei Dannati. L’Abisso e che permette al lettore di immergersi totalmente nella storia: percepire la tensione di essere scoperti, la paura della tortura, la soddisfazione di potersi fidare…
Capire che le anime per cui Dante era stato obbligato a provare disprezzo, nient’altro sono se non esseri umani che hanno sbagliato. Come tutti.


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Scheda Libro


Autore:
Luca Tarenzi

Titolo:
L’ora dei dannati. L’abisso

Prezzo:
€ 16.00

Pagine:
416

Editore: Giunti Editore

Data di uscita:
28 ottobre 2020


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