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“Bulimia, il mio urlo silenzioso”: il cibo da aguzzino ad alleato

Alessandra Vitale autrice di Bulimia, il mio urlo silenzioso (Latte di Nanna Edizioni) sarà a Fano il 24 giugno ospite di Passaggi Festival  (18/19 giugno San Costanzo – 20/26 giugno Fano) nell’ambito della rassegna ‘Buongiorno Passaggi’ (clicca qui per i dettagli).

“Bulimia, il mio urlo silenzioso”: l’adolescenza e le ferite

Quando a scuola le chiedono “ma nel tuo paese non ci sono i negozi?” con il talento dei ragazzini di piazzare le offese proprio lì dove fanno male a te, ragazzina come loro, che respiri gli stessi meccanismi di quotidiane inclusioni ed esclusioni, di obbligatorie arrampicate nelle quali cerchi di arrivare se non proprio in cima almeno a un riparo e di tentativi di accettarsi e farsi accettare fosse anche per il marchio sopra i jeans, quando le fanno quella domanda Alessandra risponde con una battuta.

Ride e le fa ridere tutte. E’ nell’adolescenza, quella fase molle della vita che è tempo di ferite dalle quali può passare della gran luce o si possono spalancare enormi abissi.
Non è soltanto il suo modo di schivare i colpi, ma è anche la sua voglia di vivere, la sua energia, il suo luminoso istinto a farle scegliere un sorriso quel giorno, come risposta. Perché sa che chiunque potrebbe essere migliore con un po’ di gentilezza e ci prova a farlo capire.
Ma proprio in quel tentativo, che è anche una resa, inizia a sedimentarsi il silenzio, il continuo dissimulare, negare e nascondere, prima di tutto a se stessa, la voce che ha dentro e che, a furia di tacere, si farà urlo.

“Avevo sete di amore e non ho mai bevuto”

“Per anni ho giocato nell’acqua bassa, per anni non ho mai deciso dove camminare, ho solo seguito lo sciame”.

Alessandra Vitale è una ex educatrice infantile. Oggi, guarita da un disturbo del comportamento alimentare che l’ha segnata per anni, organizza corsi di cucina con bambini e genitori e ha fondato il blog di successo “Una tata che cucina”.

Oltre che autrice di “Bulimia, il mio urlo silenzioso” (Latte di Nanna Edizioni) uscito poche settimane fa con la prefazione di Giovanna Rosciglione psicologa e psicoterapeuta, ha pubblicato  “Fiabaricettario” (Venturaedizioni) con Valentina Mascioli.

“Bulimia, il mio urlo silenzioso” racconta il viaggio dell’autrice dentro se stessa: il senso di inadeguatezza, la difficoltà di affermarsi come persona, il rapporto inespresso con un padre amatissimo e a lei troppo uguale e la sete di amore che non si riesce a soddisfare.
E poi la richiesta di aiuto, una nuova consapevolezza, la bulimia compresa, affrontata e vinta, con uno scatto personale prima ed un approccio medico poi e la lenta risalita che conduce a trasformare il cibo da nemico in alleato e a ricostruirci sopra la propria identità.

Quando le parole hanno un peso

Così, nel libro “Bulimia, il mio urlo silenzioso” la malattia del cibo, pure centrale, non è l’unica storia. Accanto ci siamo noi, adolescenti, figli e genitori, inadeguati e forti, irrisolti e decisi, impauriti, soli e innamorati, come siamo e come desideriamo essere.
Dopo ‘silenzio’, proprio ‘desiderio’ è una delle parole di questo libro.
Il desiderio è come la paura, bisogna attraversarlo perché non ci renda schiavi. Quando la vita che l’autrice ha chiuso dentro per anni si riprende il suo spazio, anche la libertà di accondiscendere ai desideri si può governare.

Piacere e controllo

E’ il momento della ‘dieta paradossale’ per la quale occorre considerare il piacere e non la sua privazione.
Ne scrive Giovanna Rosciglione nella bella prefazione al libro: “Il senso comune tira in ballo la forza di volontà, come elemento essenziale per poter ottenere un qualsiasi cambiamento. Ma questa convinzione radicata non considera la dimostrata superiorità della mente emotiva rispetto a quella razionale”.
Da qui, la necessità di ascoltare le emozioni invece di reprimerle, in un equilibrio tra concessione del piacere e controllo: è proprio realizzare al meglio i nostri desideri che può aiutarci gradualmente a gestirli.

“Nutrendo i miei desideri, dandomi la libertà di mangiare ciò che volevo, quando volevo, piano piano mi liberai dagli schemi e il cibo tornò ad occupare un posto quasi marginale nella mia vita”.

Bulimia, il mio urlo silenzioso dà spazio anche alla parola ‘equilibrio’: occorre romperlo prima di ricostruirlo. Riconoscere di stare male coincide con la rottura dell’equilibrio al quale ci si aggrappava: “Il mio equilibrio era un’equazione precaria –scrive Alessandra Vitale– Il mio equilibrio era totalmente affidato agli altri”.
Il terremoto è inevitabile: quando ci si rinnova, cadono gli appigli di prima e ancora non ne hai di nuovi, ma riuscire a farne a meno significa riacquistare la forza del proprio io.
Infine ‘nemico’, parola ingiustamente colpevole: trasformarlo in alleato significa riconoscere del nemico la parte migliore, quella che può farci crescere.

Cara Olivia…

“Di quello avevo bisogno per ripartire: di uno sguardo che mi desse fiducia”.

Trasformare il cibo da nemico ad alleato è un processo lungo e complesso, doloroso, tortuoso, per ognuno differente. Nel libro “Bulimia, il mio urlo silenzioso” la storia di Alessandra Vitale è, però, indicativa di un percorso che ci consegna alcune tracce preziose.
Quante rinascite, ad esempio, derivano dall’amore, per la vita, per noi stessi, per una bambina dallo sguardo pulito (“Cara Olivia… con te ho imparato a dire ‘ti amo’. Con te ho imparato a lasciarmi andare”) e poi, quanto peso hanno le parole e quanto conta il dovere e il diritto di essere gentili (“nessuna battuta, nessuna risata potrà mai giustificare una parola”).
E ancora, sapere che non esiste soltanto un corpo possibile’, che ogni corpo va bene purché vada bene a chi lo indossa.

“Io non sono brava perché dimagrisco, sono brava perché riesco a prendermi cura di me, nel mio caso partendo dal cibo. Io sono brava perché ho trasformato il cibo da aguzzino in alleato. La mia bravura non dipende dal mio peso. La mia bravura va al di là di ogni possibile dieta”.

Fondamentale, infine, il messaggio che da un disturbo alimentare si può guarire se guidati e assistiti nel modo giusto.

Il sorriso e l’azione

Ora Alessandra sa che quel sorriso in risposta alla domanda della compagna di scuola non era del tutto sbagliato, che più sbagliate sarebbero la rabbia e il rancore, perché veleni contro noi stessi.
Sa anche, però, che il sorriso va unito ad una reazione: agire, voltare pagina, trasformare il disagio –la contrarietà, il disappunto, l’insoddisfazione, il vuoto, il disamore- in parole.
Per dare forma ai sentimenti, renderli nostri e, quindi, possibili da gestire.


Copertina-bulimiaScheda del libro “Bulimia, il mio urlo silenzioso”

Titolo: “Bulimia, il mio urlo silenzioso”

 

Autore: Alessandra Vitale

 

Prima edizione: Latte di Nanna Edizioni
(maggio 2022)

 

 

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