Benedette guerre

Benedette guerre. Crociate e Jihad. Barbero svela il tema della guerra di religione nel Medioevo

Il professor Alessandro Barbero ancora una volta guida il proprio lettore alla scoperta di uno degli aspetti più affascinanti e conosciuti del Medioevo. Tra le sue più celebri fatiche, il saggio Benedette guerre. Crociate e jihad – edito da Editori Laterza – raccoglie le parole del professore spese durante il ciclo di incontri del Festival della Mente (edizione 2008).

Le Crociate: un pellegrinaggio benedetto

Le Crociate sono un evento che ha caratterizzato l’Europa per lungo tempo. Momenti che la civiltà occidentale ha dapprima celebrato con fare entusiasta e di cui si è successivamente vergognata: divenendo conscia «della tremenda esplosione di odio per il diverso». Eppure, nonostante l’estremo odio provato reciprocamente da entrambe le parti, il professor Barbero dimostra ai lettori come ci siano stati momenti di forte ammirazione e grande stima.

Difendere i luoghi santi e sacri della cristianità. Questo l’obiettivo dietro cui mascherare quella che di fatto si è dimostrata un’invasione a tutti gli effetti: una vera e propria azione offensiva celata dietro il volto di un evento necessario e difensivo. Non è un caso che le Crociate fossero considerate una forma particolare di pellegrinaggio. Un pellegrinaggio armato che ha scatenato innumerevoli problemi etico-religiosi in terra europea dal momento che – per ciascun cristiano – uccidere è peccato. Il V Comandamento si fonda infatti su poche semplici parole: «non uccidere». La svolta si ebbe solo con Papa Urbano II, il quale trovò la soluzione nella remissione dei peccati: chiunque fosse caduto combattendo gli infedeli avrebbe comunque potuto ascendere al Paradiso.

Si capisce allora quale svolta rappresenta la Prima Crociata, quando comincia a circolare l’idea che uccidere non solo non è più un peccato, ma è sacrosanto. La Crociata non è soltanto una guerra legittima, sarebbe troppo poco, è una guerra benedetta: non è soltanto permessa, ma addirittura doverosa, e quelli che ci vanno si convincono fin dal primo momento che ammazzando i nemici in una guerra come quella non si commette nessunissimo peccato, ma anzi ci si garantisce il paradiso.

Cristiano e Musulmano: mondi simili e per questo opposti

Ciò che viene spontaneo domandarsi è quale sia stata la reazione di coloro che videro la propria terra invasa e le proprie città sottoposte a ferro e fuoco. Forse, più che riflettere sull’ovvia e più che naturale reazione, risulta estremamente interessante capire cosa il popolo musulmano pensasse di quello cristiano e come vissero quella stessa guerra.

Nel saggio Benedette Guerre, il professor Barbero aiuta il lettore a comprendere che il termine jihad è parte di un’espressione che può essere tradotta come «combattere sulla via di Dio». Diviene allora ovvio il modo in cui i mujahiddin – coloro che combattono nella guerra santa islamica – siano fortemente legati all’ideologia crociata e ai crociati stessi. Interrogando le fonti musulmane si arriva anche a capire come questi ultimi abbiano vissuto le invasioni da parte europea.

Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un’orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è entrata in terra islamica seminando la distruzione ed è venuta a conquistare una delle città sante dell’Islam Ovviamente i musulmani hanno sentito come un’enorme offesa, fatta a loro e a Dio, il fatto che i miscredenti dell’Occidente fossero venuti ad impadronirsi di Gerusalemme e del sepolcro di Cristo, che anche per i musulmani è un grande profeta degno di venerazione. Perciò il mondo islamico si è immediatamente mobilitato per riconquistare la Città Santa e ricacciare gli invasori.

Mondo cristiano e mondo musulmano: facce di una stessa medaglia. Entrambi combattono l’infedele, entrambi si battono per difendere i luoghi sacri per la propria religione, entrambi ammirano il coraggio e la forza dell’avversario. Dopo aver trattato a lungo delle differenze, il professor Barbero si concentra su un lato che molto spesso è stato sottovalutato e non preso in considerazione da critici e studiosi: il fatto che la guerra ha avuto le sue pause e che in quei frangenti le élite dei due popoli non solo hanno scambiato conoscenza e cultura, ma hanno coltivato profondi rapporti di ammirazione e amicizia. Erano d’altronde popoli estremamente simili, tanto da un punto di vista valoriale quanto sociale, e proprio per questo motivo non era possibile convivere sullo stesso territorio: i simili si attraggono, ma il simile vuole sempre sopraffare il proprio simile così da rimanere l’unico.

In Benedette Guerre, il professor Barbero riporta innumerevoli testimonianze di entrambe le parti. L’incomprensione è forte da ambedue i lati – usanze comuni per un popolo sono assurde o addirittura sacrileghe per l’altro – ma nonostante tutto, dopo lungo tempo di convivenza forzata e scontri, il risultato fu che riservarono un rispetto l’uno per l’altro che mai riservarono ad altro popolo.

Non c’è dubbio che si ammirano reciprocamente; quel tal cavaliere anonimo che scrive una storia della Prima Crociata, […], a un certo punto ha un’uscita sbalorditiva. […] «i turchi dicono di essere della razza dei franchi, e che nessun uomo per natura deve essere cavaliere se non i franchi e loro».

Sorvolando sul fatto che col termine «franchi» si indicavano le popolazioni di tutta Europa, poco oltre l’autore sostiene come anche i crociati considerassero uomini valori i loro acerrimi nemici: i turchi.

Ebbene, i crociati ammirano talmente i turchi che a un certo punto si convincono che anche loro sarebbero degni di essere cavalieri: non i greci, che noi chiamiamo bizantini, perché nella loro civiltà intellettualistica e sofisticata i cavalieri occidentali percepiranno sempre qualcosa di fondamentalmente irriducibile ai loro valori, ma i turchi sì.

Benedette guerre: Conoscere il passato. Leggere il presente

Guido Barbujani ha scritto che «Barbero racconta come le Crociate pongano un problema analogo a quello odierno degli attacchi terroristici». Effettivamente se si invertissero i ruoli, ponendo l’Islam al posto del Cristianesimo, potremmo vedere come i differenti attacchi terroristici in nome di una presunta Guerra Santa ripercorrano le stesse tappe che secoli orsono l’ideologia crociata percorse: problemi etico-religiosi, rotture interne per disapprovazione ideale e metodologica, violenza e odio nei confronti del diverso che non si vuole conoscere e capire.

Eppure, nonostante siano passati innumerevoli secoli, risulta esserci una differenza enorme: due popoli così simili non riescono né vogliono trovare punti di contatto, ammirazione per ciò che è diverso, vicendevole rispetto. Forse dovremmo tutti guardare al nostro passato, studiarlo e conoscere gli eventi che lo hanno caratterizzato e reso la modernità come oggi si presenta. Il professor Barbero – attraverso Benedette guerre. Crociate e jihad – aiuta il singolo lettore a prendere coscienza del proprio passato in modo semplice ma mai banale, arrivando talvolta a gettare i semi per un’autonoma riflessione sul presente.


Alessandro Barbero è uno storico e scrittore italiano. Insegna Storia medievale all’Università degli Studi del Piemonte Orientale. Ha vinto il Premio Strega nel 1996 con il romanzo storico Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo. Ha collaborato per anni con il programma Superquark di Piero Angela, dal 2013 è conduttore del programma a.C.d.C in onda su Rai Storia.
Numerosissime le sue opere per Laterza, tra cui: La battaglia. Storia di Waterloo; Carlo Magno. Un padre dell’Europa; 9 agosto 378 il giorno dei barbari; Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romanoBenedette guerre. Crociate e Jihad; Lepanto. La battaglia dei tre imperi; I prigionieri dei Savoia. La vera storia della congiura di Fenestrelle; Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali; Le parole del papa. Da Gregorio VII a Francesco; Caporetto; Dante; L’aristocrazia nella società francese del Medioevo.


Benedette guerre

Scheda libro
Titolo: Benedette guerre. Crociate e jihad
Autore: Alessandro Barbero
Prima edizione: 21 maggio 2015
Editore: Laterza
Anno: 2015

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